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Viterbo (VT) è una città di circa 60.000
abitanti, capoluogo dell'omonima
provincia. Conosciuta in tutto il mondo
come la Città dei Papi, è situata al
centro della provincia, a ridosso dei
monti Cimini e molto vicina al Lago di
Bolsena soprattutto, ma anche a quello
di Vico. Netta la differenza urbanistica
fra il centro storico di stampo
prettamente medievale e la periferia
caratterizzata da palazzi di concezione
moderna. Appena fuori del centro di
Viterbo ci sono le rinomate Terme dei
Papi e la sorgente termale del
Bullicame, nonché la necropoli etrusca
di Castel d'Asso.
Storia
Si hanno tracce di insediamenti
neolitici ed eneolitici e qualche segno
etrusco nella lontana storia di Viterbo,
ma molti storici sono portati a credere
che nel periodo etrusco l'insediamento
non raggiungesse lo stato di vicus, a
differenza degli storici
quattrocenteschi che supponevano una
tetrapoli etrusca, fuorviati dalla sigla
FAVL che secondo loro era formata dalle
iniziali di quattro villaggi (Fanum,
Arbanum, Vetulonia, Longula).
Probabilmente dopo la conquista romana
fu costituito in stazione militare,
chiamato Castrum Herculis per la
presenza in loco di un tempio dedicato
all'eroe mitologico (il leone simbolo di
Viterbo deriva da questo aneddoto).
La città medievale tuttavia trae origine
da un "castrum", una fortificazione
longobarda posta al confine tra i loro
possessi nella Tuscia e il ducato
bizantino di Roma: il castello è
ricordato nella donazione di Sutri tra i
possessi che Liutprando promette alla
Chiesa nel 729, Desiderio (756-772) vi
si ritira da Roma, che aveva rinunciato
ad attaccare. Dell' 852 un documento
papale che riconosce il Castrum Viterbii
proprietà delle terre di San Pietro,
mentre Ottone I annovera il castello tra
i possessi della Chiesa. Nel sec. XI, l'
incremento demografico contribuì alla
nascita di nuclei abitativi fuori dal
castrum, e, attorno al 1090, a un primo
tratto di mura; nel 1099 la scelta dei
primi consoli sancisce il passaggio a
istituzioni comunali.
È il XII secolo il periodo in cui
Viterbo, libero comune, si assicura il
possesso di numerosi castelli: in tal
senso la protezione di Federico I
(presente nella città nel 1162) , e il
suo riconoscimento del comune viterbese,
conferisce legittimità alla sua politica
di espansione. Nel 1172 viene distrutta
la città di Ferento il cui simbolo (una
palma) viene aggiunto a quello di
Viterbo (il leone) emblema tutt'ora
vigente, attorno al 1190 viene assediata
Corneto, l'imperatore attacca Roma con
l'esercito viterbese. Il "districtus"
del comune aumenta considerevolmente.
Ulteriore elemento che accresce il
prestigio e l'importanza politica di
Viterbo, è la sua elevazione a cattedra
vescovile nel 1194 ai danni di Tuscania,
la cui precedente predominanza nella
Tuscia romana viene meno. All'inizio del
XIII secolo la città viene inserita
nell'orbita papale, soprattutto con il
disegno di Innocenzo III, che tentò di
costituire uno stato territoriale:
Viterbo nel 1207 ospitò il Parlamento
degli stati della Chiesa. Tuttavia la
città, insofferente per la presenza
papale invocò la protezione di Federico
II: si apre così fino al 1250 circa un
periodo di lotte interne tra guelfi (la
famiglia dei Gatti) e ghibellini (i
Tignosi).
Si inserisce in questo contesto di aspre
lotte civili e religiose la vita della
più illustre figlia di Viterbo: Santa
Rosa (da Viterbo), che visse tra il 1233
e il 1251. Si ricordano non solo suoi
miracoli in vita e post mortem, ma
anche, benché fosse giovanissima morendo
ad appena 18 anni, la sua coraggiosa
predicazione contro gli eretici e i
ghibellini, che animò i Viterbesi a
resistere contro l'assalto dell'esercito
di Federico II. Il fallito assedio degli
imperiali nel 1243, e il successo dei
Guelfi sancisce per la seconda metà del
XIII secolo la definitiva politica
filo-papale: la famiglia dei Gatti
monopolizza le cariche municipali e i
pontefici scelgono Viterbo come sede
papale. L'episodio discriminante, che
attira l'attenzione su Viterbo, è
l'elezione pontificale di Gregorio X: i
cardinali che dovevano eleggere il
successore di Clemente IV si riunivano
inutilmente da quasi tre anni, quando il
popolo viterbese sdegnato di tanto
indugio, sotto la guida del Capitano del
popolo Raniero Gatti, giunse alla
drastica decisione di chiudere a chiave
i cardinali nella sala dell'elezione
(clausi cum clave), nutrirli a pane e
acqua, e scoperchiare il tetto
lasciandoli alle intemperie, finché non
avessero eletto il nuovo Papa; così
abbastanza rapidamente i cardinali
scelsero Gregorio X ( 1271 ), il quale
stabilì che anche le future elezioni
papali avvenissero in una sede chiusa a
chiave: era nato il Conclave ! Dal 1261
al 1281 in Viterbo si tennero ben cinque
conclavi.
Nell'ultimo di questi il popolo
sobillato da Carlo d'Angiò, irruppe
nella sala del conclave e mise al
carcere duro il cardinale Matteo Orsini.
Il nuovo papa che uscì da questo
conclave funestato dall'invasione del
popolo viterbese fu un francese, proprio
come voleva Carlo d'Angiò. Martino IV,
appena eletto, anzichè ringraziare i
viterbesi che mettendo in difficoltà i
cardinali della famiglia Orsini, avevano
favorito la sua elezione, lancerà sulla
città di Viterbo un pesante interdetto e
l'abbandonerà in fretta e furia con
tutta la corte pontificia. Si chiude con
questo spiacevole episodio, il periodo
aureo di Viterbo.
I papi non verranno più ad abitare in
questa splendido comune dell'alto Lazio.
Infatti, con la curia papale a Viterbo,
questa città aveva raggiunto il suo
massimo splendore. Economico, come
centro posto lungo vie di comunicazione
importanti, e architettonico, con
l'edificazione di edifici pubblici
municipali, torri, chiese nel fiorire
dello stile gotico che i cistercensi
avevano inaugurato nel luogo con
l'Abbazia di S. Martino al Cimino.
L'esilio avignonese dei papi contribuì
alla decadenza della città e al
riaprirsi delle lotte interne.
L'effimera ricostituzione del Patrimonio
di S. Pietro del cardinale Egidio
Albornoz, non impedì ai nobili Gatti e
ai prefetti di Vico di imporsi, con
istituzioni ormai di tipo signorile, a
Viterbo. Viterbo nel 1867 con la colonna
garibaldina Acerbi fu testimone della
sfortunata Campagna dell'Agro Romano per
la liberazione di Roma conclusa a
Mentana il 3 novembre con la sconfitta
di Garibaldi da parte dei pontifici e
francesi. Notizie sulla Campagna nel
viterbese presso il Museo Nazionale di
Mentana. L'età moderna per Viterbo è un
periodo di scarsa vitalità, economica e
culturale: dal XVI secolo segue le sorti
dello Stato della Chiesa e tramonta del
tutto la vocazione internazionale che
aveva assunto nei secoli del basso
medioevo.
Arte
Il centro di Viterbo offre
numerosissime oltre che importanti opere
d'arte. La più famosa è certo il Palazzo
dei Papi, costruito fra il 1255 e il
1266 sul colle di San Lorenzo per
proteggere il pontefice, con la celebre
loggia formata in un solo lato da sette
archi sorretti da esili colonnine binate
che si intrecciano formando una elegante
trabeazione. Dalla loggia si entra nella
grande Sala del Conclave, teatro della
famosa elezione di papa Clemente X (vedi
sopra). Accanto al Palazzo dei Papi
sorge anche il Duomo cattedrale,
dedicato a San Lorenzo.
Poco distante da piazza del Duomo si
estende il vecchio quartiere medievale,
conservato quasi integro, di San
Pellegrino. Interessante anche la Piazza
del Plebiscito, meglio conosciuta dai
Viterbesi come "Piazza del Comune" dove
ha sede il Municipio e la Prefettura.
A lato del Corso, la Chiesa di Santa
Rosa, edificata su una piccola altura
accanto alla casa della patrona di
Viterbo. Degni di menzione anche la
Piazza della Rocca, Piazza Fontana
Grande, il Castello della Bella Galliana
vicino alla Porta Faul, le mura con le 2
porte principali (Porta Romana e
Fiorentina). Antichissima è la chiesa di
San Silvestro. Fuori dal centro ma
sempre nel territorio comunale
importantissima è la Necropoli di Castel
d'Asso, la prima ad essere scoperta
cronologicamente, e si suppone a suo
tempo la più vasta. A
due chilometri da Viterbo, uno dei più
notevoli esempi di arte rinascimentale
italiana: la Basilica della Madonna
della Quercia, primo monumento nazionale
viterbese; sulla facciata maestosa si
possono ammirare tre lunette di Andrea
della Robbia, all'interno della chiesa
pitture di fra Bartolomeo della Porta,
soffitto a cassettoni della navata
centrale, progettato da Antonio da
Sangallo il giovane, tempietto di Andrea
Bregno. Nella frazione di Bagnaia,
importantissima è Villa Lante.
Particolari della città sono anche le
numerose gallerie sotterranee, scavate
più o meno clandestinamente che mettono
in comunicazione il sottosuolo per quasi
tutta l'area coperta dal Centro Storico,
utilizzate come cantine; vennero
sfruttate durante le grandi guerre per
nascondere la popolazione inerme durante
gli attacchi aerei.
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(Questo articolo è
rilasciato sotto i termini della
GNU Free Documentation License. Esso
utilizza materiale tratto dalla voce di
Wikipedia: "Viterbo". ) |
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