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Il territorio
regionale ha lineamenti complessi.
Prevalgono le montagne (26,1%) e ancor
più le colline (53,9%); solo un quinto
della superficie è pianeggiante. La
sezione propriamente appenninica,
costituita in massima parte da rocce
calcaree, è formata da una serie di
massicci e brevi dorsali, tra cui si
interpongono profondi solchi scavati
dall'erosione dei corsi d'acqua; si
tratta perlopiù di rilievi aspri,
dall'aspetto brullo, con frequenti
affioramenti rocciosi, interessati da
vistosi fenomeni carsici (grotte,
inghiottitoi, doline).
Numerose sono le vette che superano i
2.000 metri. All'estremo nord-est
spiccano i monti Reatini, sovrastati dal
massiccio del Terminillo (2.213 m), e
l'adiacente gruppo dei monti della Laga
(monte Gorzano, 2.455 m); lungo il
confine con l'Abruzzo si sviluppano i
monti Simbruini (monte Contento, 2.014
m) e, al di là dell'alta valle
dell'Aniene, la catena degli Ernici
(2.037 m).
Sempre al confine con l'Abruzzo
s'innalzano i monti della Meta
(significativo il nome della massima
cima, monte Petroso, 2.247 m), ai quali
si raccorda, ormai al limite con il
Molise, il massiccio delle Mainarde
(monte Cavallo, 2.039 m). Nella sezione
occidentale il Lazio presenta un'altra
serie di rilievi, pressoché paralleli
all'Appennino e della medesima, aspra
natura calcarea, ma che in genere
vengono classificati come Antiappennino,
sia per la minore altezza, sui
1.000-1.500 metri, sia soprattutto per
essere separati dalla catena appenninica
dall'ampio solco depressionario percorso
dal fiume Liri e dall'affluente Sacco: i
monti Lepini, Ausoni e Aurunci.
L'aspetto più interessante della
morfologia laziale è costituito dalla
presenza di una vasta regione collinare
di origine vulcanica. In netto contrasto
con la rude morfologia appenninica, è
un'area fertile e ridente, rappresentata
da quattro distretti vulcanici; le
sommità maggiori, alte mediamente
600-700 metri, superate solo dal monte
Cimino (1.053 m), sono formate dalle
orlature di vulcani ormai spenti, i cui
crateri sono spesso occupati da laghi.
Dal confine con la Toscana si susseguono
i monti Vulsini o Volsini, attorno al
lago di Bolsena, i monti Cimini con il
lago di Vico, i monti Sabatini intorno
al lago di Bracciano. A sud della valle
del Tevere sono invece i colli Albani (o
colli Laziali), un sistema molto
complesso, chiamato anche Vulcano
laziale, in gran parte ormai demolito,
che racchiude il lago di Albano e il
lago di Nemi. Le pianure del Lazio sono
essenzialmente costiere; l'unica pianura
interna è la depressione percorsa dal
Sacco-Liri.
Il litorale è quasi ovunque basso,
orlato da cordoni di dune; ne
interrompono la generale uniformità
alcune sporgenze, tra cui il capo
Linaro, presso Civitavecchia, il
dirupato monte Circeo e il promontorio
di Gaeta, estrema propaggine dei monti
Aurunci, che delimita il golfo di Gaeta,
diviso tra Lazio e Campania. Paludose e
malariche, solcate da fiumi il cui corso
mutava facilmente, le pianure costiere
sono state oggetto, nei secoli passati,
di alcuni interventi di bonifica, ma
solo in epoca più recente (nei primi
decenni del Novecento) sono state
definitivamente sottoposte a un piano di
sviluppo agricolo e di popolamento.
A nord è situata la Maremma laziale
(proseguimento di quella toscana, vedi
Maremma); seguono l'Agro Romano, o
Campagna Romana, incentrato sul basso
corso e sul delta del Tevere, e quindi
l'Agro Pontino, un antico golfo marino
in seguito colmato. Anche dal punto di
vista idrografico il Lazio non ha
caratteri di unitarietà. La regione ha
il suo principale asse fluviale nel
Tevere, il fiume che bagna Roma, ma
tutta la sezione meridionale della
regione tributa le sue acque al fiume
Sacco. Nel Lazio il Tevere svolge solo
metà del suo corso (205 km su 406 km);
entra nella regione a Orte, dopo aver
attraversato interamente l'Umbria. Ma è
solo in territorio laziale che la sua
portata aumenta sensibilmente, grazie al
tributo del Nera e dell'Aniene; sfocia
quindi con un piccolo delta nel mar
Tirreno, dopo aver attraversato l'Agro
Romano. Il Sacco (87 km) è invece il
principale affluente del Liri, il cui
corso si svolge tra i monti Ernici e i
rilievi dell'Antiappennino; unitosi al
Gari, il Liri assume poi il nome di
Garigliano.
L'originalità dell'idrografia laziale è
data tuttavia dai suoi laghi vulcanici,
un complesso unico per vastità e
articolazione in Italia; il lago di
Bolsena in particolare, il maggiore
bacino lacustre del Lazio (114 km²), è
anche il più esteso lago craterico
italiano. Vi sono poi alcuni laghi
costieri nell'Agro Pontino, antichi
tratti di mare chiusi da cordoni
sabbiosi, tra cui quelli di Fogliano e
di Sabaudia.
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"Lazio" Microsoft ®
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